Descrizione
Non è possibile capire e spiegare l’antipolitica di don Zeno Saltini, – ossia i movimenti popolari politici da lui suscitati nel secondo dopoguerra in territorio modenese –, se non osservata entro la cornice della sua vita. Don Zeno progetta i suoi movimenti con il fine della trasformazione cristiana della società, mediante il perseguimento della giustizia sociale e della fraternità umana, tentando di accordare la vita e la politica sociale al Vangelo. Nei movimenti popolari politici di don Zeno Saltini, nel Modenese del dopoguerra, sono coinvolti il popolo, i cattolici, la Santa Sede, il vescovo di Carpi, padre Turoldo, il cardinale Schuster, mons. Montini, mons. Ottaviani, la Democrazia Cristiana, il ministro Scelba. Il tentativo del 1977 chiama in causa Nomadelfia, il vescovo di Grosseto, la Segreteria di Stato, l’onorevole Andreotti. Don Zeno è un trascinatore, una figura carismatica si direbbe oggi. La sua capacità di surriscaldare l’entusiasmo delle folle popolari che lo ascoltano è straordinaria, invidiata e temuta. Egli riesce a mobilitare le masse facendo brillare davanti agli occhi il miraggio della loro unità, l’ideale difficile e convincente della fraternità sociale.