Descrizione
Questo libro parla della nostra felicità (o infelicità). Cerca di spiegarci il perché e il come possiamo essere felici ed evitare una vita piena di sofferenze, di disorientamenti, di vuoti esistenziali, di pene che, alla luce di quanto l’Autore ci vuole comunicare, sono prive di senso. La formula è tanto semplice, quanto profonda. Contiene una ricchezza insondabile. La possiamo esprimere così: la nostra personale felicità dipende da qual è la nostra appartenenza primaria, cioè la relazione con i destinatari del nostro amore da cui facciamo dipendere il senso vitale della nostra esistenza quotidiana, perché è nel legarci a questa appartenenza che troviamo il consenso degli altri, il quale ci è necessario per essere accettati e stimati e così sentirci amati, sentirci qualcuno che ha un valore, e non una cosa senza valore, da ignorare o scartare. È tanto profonda questa necessità di consenso che spiega i sacrifici che tutti sono pronti a sopportare pur di soddisfarlo, anche se l’appartenenza in cui si è inseriti abbia un vissuto poco umano. Si muore per qualunque causa, anche perversa, come dimostrano i terroristi. L’appartenenza primaria condiziona il modo di pensare e rende difficile il dialogo tra appartenenze diverse. Dato il peccato originale, che si annida nel cuore dell’appartenenza primaria, solo l’appartenenza nuova operata dallo Spirito Santo a Pentecoste può sanare le relazioni umane per una reale felicità. La teoria generale vuol dimostrare il condizionamento più profondo del cuore umano, che permette di trovare una luce comune tra sociologi, psicologi, filosofi.
Con un saggio introduttivo di Pierpaolo Donati.
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